LSD e Startup in Silicon Valley

La Silicon Valley cambia volto e a farlo è la nuova generazione di giovani professionisti che consuma dieci microgrammi ogni tre giorni di LSD a scopo, unicamente, lavorativo.

L’LSD,  è noto come trip, acido o cartoncino. Ma questo dovrebbe saperlo anche un muro ormai. Va aggiunto però che è una delle più potenti droghe psichedeliche finora conosciute.

Anche chiamata come droga dell’amore – ah a proposito di amore nel 2020.

Sintetizzata nel 1938 dal chimico Albert Hoffman, spopolò tra i giovani a scopo ricreativo, durante gli anni 60’ e 70’, per via dei suoi effetti allucinogeni ed estranianti.

Divenuta illegale, sempre in quegli anni, perse di popolarità con il finire degli anni ‘90, il cui consumo era strettamente legato ai rave party

Negli ultimi anni, è stata considerata sufficientemente sicura per riaprire le ricerche scientifiche e la sperimentazione in ambito psichiatrico e psicoterapeutico, tra cui il trattamento d’ansia e depressione.  Ma che senso ha parlarti di droga

Nella Silicon Valley, l’utilizzo è professionale.

Come dichiara anche il New York Times, questi giovani talenti e professionisti che popolano la California, sono consumatori differenti dagli hippies anni ‘70: non assumono la sostanza in questione per sballarsi ma microdosi per ottenere migliori performance sul lavoro, lucidità mentale e idee out of the box

Un’assunzione settimanale che coinvolge ormai 18 mila professionisti, secondo la pagina di Reddit, un sito dove è possibile condividere le proprie esperienze e scambiarsi suggerimenti sull’uso smart di questa sostanza. 

Le dosi consigliate sono 10 o 20 milligrammi che permettono di tenere sotto controllo gli effetti psichedelici ed aumentano le capacità cognitive, la concentrazione e l’empatia tra colleghi. 

“Quando sono “fatta” di LSD mi sento più concentrata sul lavoro, provo una forte empatia per gli altri, ho ottime conversazioni perché ascolto meglio quello che dicono gli altri. Migliora la creatività, amplifica qualsiasi cosa accada nel tuo cervello», racconta Diane, 29enne. «Migliora la creatività, amplifica qualsiasi cosa accada nel tuo cervello», spiega. 

Fra i tanti nomi risuona anche quello di Elon Musk, CEO di Tesla, che attraverso un messaggio criptico ammette di essere un fan del consumo di LSD. 

Altri consumatori spiegano come sia per loro una medicina contro lo stress, l’ansia e la depressione. 

Agli imprenditori, informatici e programmatori della Silicon Valley che aiutano e stimolano il loro genio “drogandosi responsabilmente”, si aggiungono artisti, scrittori, sceneggiatori e attori di Hollywood.

Così racconta il docufilm “Have a good trip” (2020), riportando diverse testimonianze dagli anni 70 dove l’LSD compare come protagonista.

 

LSD, una medicina?     

A sostegno di questa riscoperta dell’LSD, si schierano numerosi intellettuali, giornalisti e saggisti (Michael Pollan, “How to change your mind”) e anche psicologi.

Tra questi, James Fadiman, autore del libro “The psychedelic Explorer’s Guide” in cui dipinge il profilo di un tipico consumatore microdose della Silicon Valley: un giovane di circa 25 anni, che lavora in un’azienda tecnologica e che affronta e risolve problemi tecnici o di creatività grazie all’aiuto di questa sostanza.

Secondo il dottor Fadiman, a seguito di numerosi studi raccolti dal 2010 con più di 200 partecipanti, l’LSD in microdosi è “un’alternativa estremamente sana” rispetto all’Adderall, un composto di sali di anfetamina molto diffuso tra i programmatori. 

A pensarla molto diversamente è Matt Johnson, psicologo presso la Johns Hopkins University di Baltimora, che ricorda quali siano i potenziali rischi di questa droga nel lungo periodo. 

Infatti, recenti studi realizzati con la Risonanza Magnetica funzionale hanno fatto emergere che le sostanze psichedeliche, di conseguenza anche LSD, riducono la stabilità delle connessioni cerebrali.

LSD Microdosing, Smart drugs e nuove tendenze

Sui benefici e i danni del LSD microdosing si è ancora incerti ma appare evidente che il ruolo e il consumo delle droghe stia cambiando con il tempo. 

Come afferma Geoff Woo (co-founder and Executive Chair of H.V.M.N.) “Being productive and smart is the new sexy, and everyone in the world will soon be using nootropics in one form or another.”  Woo commenta così l’utilizzo di nootropi, “smart drugs” e “smart nutrients” che aumentano le capacità cognitive dell’essere umano, come una nuova sostanza da assumere nel quotidiano. Un’abitudine questa che interessa sempre di più la Silicon Valley.

Ci si prepara a una “Terza Ondata”, come viene definita da Paul Austin, 26 anni, che crede nel microdosing come ad un modo per rendere finalmente legale l’LSD e cambiare in positivo lo status-quo delle sostanze stupefacenti o ci ritroviamo di nuovo di fronte a una rischiosa moda? 

Staremo a vedere cosa succederà oltreoceano. Nel frattempo qui a Roma ci siamo noi.

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