Il No Code democratizza l’innovazione

Il No Code democratizza l’innovazione

Perché il No Code democratizza l’innovazione?

Siamo nel 2021 e il digitale è ormai parte integrante della nostra quotidianità; il progresso ha fatto sì che tutto sia online, persone, cose e attività, e chi cerca di starne fuori rimane completamente escluso. Okay, forse esagero, ma avete capito cosa intendo dire. 


Attività commerciali e professionisti hanno quasi l’obbligo di essere online per poter avere una chance nel mercato, e con l’avvento del covid essere presenti su internet è divenuto ancora più cruciale. 


Qua arriva il punto dolente: è credenza comune pensare che essere su internet sia costoso: avere un proprio sito, creare una applicazione o digitalizzare i processi. 

Sviluppare siti web o applicazioni richiede uno studio approfondito ed estensivo, non è qualcosa che si impara in una settimana, perciò spesso si tende ad affidarsi a Software House. 

Siamo sempre nel 2021 e questo è l’anno del No Code.

Il No Code permette alle persone di poter lavorare più velocemente con un approccio visuale: l’utente si trova di fronte a un editor grafico, e piuttosto che scrivere righe di codice, ha a disposizione degli asset grafici che può trascinare sullo schermo e modellare secondo le sue necessità.

Noi in Ncode lo chiamiamo “Drag & Drop sotto steroidi”.

La logica che sta dietro è un classico IF-THEN: se succede x (clicco un bottone), allora y (fai accedere l’utente). 
Il concetto è quello di poter realizzare una qualsiasi piattaforma digitale desiderata, più o meno complessa, in modo veloce e senza dover utilizzare linguaggi di programmazione. 

WordPress, pioneristico ma superato

È interessante anche discutere sul fatto che il No Code non è una rivoluzione nata troppi anni fa. Già da qualche anno esistono piattaforme come Webflow, Bubble, Adalo e tantissimi altri.


Prima di esse c’erano – e ci sono – WordPress, Wix o Squarespace, i primi attori di questo mondo. 
Il No Code è un ulteriore passo in avanti rispetto a queste piattaforme: non si tratta più di semplici siti web statici, ma di piattaforme anche complesse capaci di gestire flussi e input esterni. 

 

Il no code ha mercato?

Forrester prevede che verranno investiti £21 miliardi di dollari all’interno del mercato No Code da qui ad un anno, e arriverà ad avere un valore di £45.5 miliardi di dollari nel 2025. 

Gartner scommette sul fatto che entro il 2024 il 65% delle applicazioni saranno create senza scrivere codice. Un’affermazione coraggiosa, ma non troppo lontana dalla realtà.

Conoscevi il mondo del No Code? Quali credi possano essere le sue potenzialità da qua ai prossimi 5 anni? 

Saluti necessari 👇🏻

WOW, sei arrivato fino a qui! Grazie davvero per aver letto tutto l’articolo scritto da Lorenzo!

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